La seconda edizione de Le case della follia è bella da impazzire

Sapevo che non avrei dovuto accettare quell’incarico. Ma ormai era fatta: avremmo dovuto indagare sulla misteriosa scomparsa di Mr. Walter Bibitoni. La casa era lercia, sudicia, puzzolente, quasi fosse disabitata da giorni o lasciata allo sbando da un panda incompetente e zozzo. Proprio lì avremmo giocato a Le Case della Follia. Stavolta però, sarebbe stato diverso

Ma come ti permetti? Io pulisco sempre diligentemente, al massimo sarà sporca perché ci vivi tu! In che senso sarebbe stato diverso?

Sarebbe stato diverso perché solitamente giocavamo alla prima edizione, mentre questa volta avremmo giocato la seconda!

Ah già. Così finalmente smetterai di lamentarti che fai sempre il master tu e non giochi mai come investigatore e bla bla bla.

Veramente non mi lamento mai

Ok, giusto qualche volta è capitato.

Sei serio?

Non è colpa mia se faccio il master in case della follia, e in descent, e in doom e…

Sì ok abbiamo capito, passa avanti

Già la prima edizione è un gioco fantastico, un investigativo a tema Lovecraft in cui degli sfortunati investigatori entrano in una delle case della follia (appunto) per combattere qualcosa di più grande di loro

La seconda edizione introduce un’app ed elimina il master, per cui ci aspettavamo una sorta di arbitro più che un vero e proprio master “artificiale”.

Ma non è proprio così. Occorre fare un passo indietro. Il master nella prima edizione certamente provvede alla gestione dei mostri e degli eventi, ma prima di tutto è un narratore.

Il master deve introdurre i giocatori all’avventura leggendo loro una vera e propria storia. Persino i combattimenti avvengono leggendo carte che spiegano con dovizia di dettagli l’azione offensiva che si va ad eseguire.

L’app fa altrettanto: ci fa vedere artwork relativi alla storia e ci racconta la sua premessa, attorniando l’esperienza anche di effetti sonori e musiche d’atmosfera.

Moncej lo ha tridimensionalizzato. Cliccate sull’immagine per fargli i complimenti!

Questo è il più grande pregio, l’app è realizzata divinamente, e per quanto sia sempre quattro il numero perfetto, è possibile anche giocare in solitaria. Ovviamente penserà l’app alla scalabilità.

Nella prima edizione il setup è vero proprio incubo urlante, in grado di durare anche più di mezz’ora. Il setup è così lungo che viene “condiviso” tra master e investigatori ed è così pieno di carte da disseminare per i vari luoghi della magione che non è così assurdo sbagliare, tanto che il manuale prevede una punizione per il master, qualora gli investigatori si accorgano di un eventuale errore che invalidi la partita

Tutto questo con la seconda edizione è un lontano ricordo: il setup consiste nello scegliere gli investigatori e dirlo all’app: poi sarà questa, volta per volta, a dirvi quali tessere mappa e segnalini mettere in gioco

E questa è un’altra novità: la mappa non è visibile nella sua interezza e va esplorata, cosa che rende questo gioco di esplorazione e indagini… beh ancora più di esplorazione!

 

Il kit di conversione è una piacevole sorpresa

L’app si cura bene dal rompere l’immedesimazione, non vi dirà di mettere un indizio sotto il letto ad esempio, ma vi dirà che c’è un baule sotto il letto che sembra chiuso da uno strano meccanismo e di mettere un segnalino per ricordarlo.

La stessa cosa avviene con i combattimenti, che funzionano in maniera simile a quanto avviene nella prima edizione, descrivendo cosa sta succedendo e quale prova di abilità dover superare per mettere a segno l’attacco.

Per chi è allergico alla casualità dei lanci di dadi, anche qui la situazione è americana in tutto e per tutto: si tireranno dadi per tutta la partita, di quelli a 8 facce (con tre risultati a vuoto, tre successi e due “convertibili” in successo con l’uso di token indizio), e se la dea bendata proprio non vi assiste, la partita può andare a ramengo.

Però considerando che gli scenari sono rigiocabili (poiché anche se la storia è quella possono cambiare i luoghi, gli oggetti e perfino gli eventi in gioco), e hanno più finali, potrebbe essere un motivo in più per affrontare di nuovo un determinato scenario, mettendo a frutto ciò che è stato imparato

Un’altra piacevole sorpresa è la possibilità di salvare la partita: l’app riprenderà da dove vi siete fermati, ma dovrete avere cura di sistemare in buste separate i vari investigatori e il loro equipaggiamento (e le loro carte danno e follia), e scattare una foto al tabellone per ricordarvi la posizione delle miniature, dato che l’app non ne tiene conto.

Purtroppo c’è un solo slot di salvataggio e questo vuol dire che se voleste iniziare una nuova partita dovrete cancellare la precedente.

Un’altra cosa che è cambiata rispetto alla prima edizione è il sistema dei danni. Adesso anziché ricevere token si ricevono carte a faccia in su o a faccia in giù. Sul retro delle carte sono descritte varie condizioni che avranno effetto, e nel caso dei danni mentali potrebbero addirittura variare le condizioni di vittoria, trasformando il collaborativo in un collaborativo con traditore.

Cosa dire di più? Si tratta di uno dei giochi più coinvolgenti che possiate giocare. Ovviamente non è perfetto: CMON ha settato uno standard molto alto per le miniature e quelle di Case della Follia iniziano a essere un po’ superate, e non è un gioco per neofiti, sebbene, grazie alla preparazione veloce e la gestione dell’app, si possa spiegare tutto in pochi minuti. Ma direi che per giochi di questo tipo è un piccolo record!

L’app poteva poi fare di più: tenere ad esempio conto anche della posizione delle miniature, o dei danni di mostri e investigatori. Ma secondo me si è scelto un buon compromesso tra gioco in scatola e videogioco. Anche se c’è chi lo ha giocato senza capire che fosse una companion app…

Per me solo il fatto che non troveremo mai più carte “non hai trovato niente di interessante” vale il prezzo del biglietto.

Già, il prezzo… beh non si può dire che sia alla portata di tutti, ma per noi ne vale assolutamente la pena: nessun gioco offre un’esperienza simile.

Mi sono girate un po’ le scatole a dire il vero proprio in quanto a possessore della prima edizione, e so già che non la giocherò mai più. In compenso mi sono sorpreso quando ho visto che la scatola base contiene un kit di conversione per non rendere completamente inutile la prima edizione, e potrete quindi riciclarne le miniature, le tessere mappa e avere uno scenario aggiuntivo.

Certo, non è il massimo per scusarsi, ma potevano anche non tenerne conto e buona notte a Cthulhu..

Noi lo abbiamo giocato su un grande schermo, grazie al fatto che l’app è disponibile anche su Steam. Pensiamo che sarà godibile anche su tablet o cellulare, ma sfruttare l’amplificatore e le casse rende tutto ancora più suggestivo.

Quindi, sembrerà strano, ma non vediamo l’ora di tornare in una catapecchia che ci metterà in pericolo di vita

E che differenza c’è con casa nostra, dato che non pulisci?

Se non ti piace puoi anche andare a dormire da quello Shoggoth di tua madre, ecco!

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